Leggere da lontano
Da alcuni anni, grazie alle energie dei nostri volontari e alla generosità di alcune case editrici italiane (fa piacere ricordarle: CARTHUSIA, DONZELLI, ECOLE DE LOISIR, EDIZIONI DEL BORGO, FATATRAC, GIUNTI, IL CASTORO, ORECCHIO ACERBO e ZOOLIBRI), abbiamo messo in piedi una piccola biblioteca per i bambini della casa famiglia dell’ONG Beteseb di Hawassa, in Etiopia. Molti sono silent-book, volumi dove sono le immagini a parlare, oppure libri con testi brevi, riccamente illustrati.
Galvanizzati dall’entusiasmo con cui era stato recepito il tutorial video per la preparazione delle torte da cerimonia, durante una riunione a distanza, è emersa l’ipotesi azzardata: perché non mandare anche delle letture? Un modo non solo per immaginarsi attività alternative da fare durante i periodi di chiusura forzata delle scuole, ma anche per far sentire la propria presenza.
Come sempre la sfida è stata accettata con entusiasmo e in pochi giorni ecco due video-tutorial per continuare a promuovere la bellezza e l’importanza della lettura a ogni latitudine, anche nella bufera della pandemia che ancora colpisce tutti noi. Sono due brevi e semplici video, ma traspira l’amore e la cura con cui sono stati realizzati. Nel primo viene letta la storia narrata in un libro che avevamo già donato alla biblioteca di Hawassa, Banchogi solo metà (ZooLibri 2004). Non è soltanto un piacere ascoltarne la storia, ma è anche un modo per tenere sveglio l’interesse per quei libri donati, per andare a recuperarli, per riscoprirli un’altra volta, magari per leggerli a bambini che ancora non li hanno sentiti. È ovviamente una storia dal significato profondo, che infonde coraggio e aiuta a vivere una vita dove le diversità diventano ricchezze.
Il secondo libro è Tararì tararera (Carthusia 2009), il cavallo di battaglia con cui le nostre volontarie avevano stregato i bambini in quel pomeriggio assolato passato nella casa famiglia ad Hawassa. Qui l’intento è sia quello di far divertire, sia quello di formare i formatori che accompagnano questi ragazzi nella loro vita extrascolastica. Vedere come si possano utilizzare libri che non hanno parole o che hanno solo segni e suoni (lo spassoso linguaggio Piripù), per renderli un bellissimo strumento di avvicinamento al libro e al mondo magico in cui si dimenticano mascherine, saponi e distanze e ci si sente tutti più uniti nella fantasia, nel regno più egualitario e libertario che esista.